domenica 23 febbraio 2020

Bando presentazione poster infermieristici

OPI Brescia, intende valorizzare, diffondere e promuovere studi, esperienze, buone pratiche, implementate oppure in fase di sperimentazione, con un bando in due edizioni, destinato agli infermieri ed infermieri pediatrici, iscritti a OPI BRESCIA, per la presentazione di poster scientifici nelle seguenti aree: 
Area clinico-assistenziale-relazionale: rientrano in tale area quei progetti /esperienze/ ricerche che sono rivolti a ricercare ed evidenziare le best practice in area clinico assistenziale, e ad individuare strumenti e metodologie efficaci per promuovere la presa in carico dell’assistito e della famiglia nei diversi setting clinici-assistenziali.
Area formazione-educazione: rientrano in tale area quei progetti /esperienze/ricerche che sono rivolti alla promozione ed alla gestione della salute e del benessere del paziente, delle famiglie e dei care giver, oppure progetti che evidenziano le best practice già adottate o propongono strumenti efficaci per la formazione verso colleghi, studenti, pazienti e famiglie.
Area gestionale-organizzativa: rientrano in tale area quei progetti /esperienze/ricerche che sono rivolti ad evidenziare le best practice e ad individuare strumenti efficaci per quanto riguarda: capacità di gestione dei collaboratori, benessere al lavoro, gestione dei conflitti, gestione risorse umane e materiali, modelli organizzativi, esperienze organizzative, rete integrata, continuità assistenziale.
Area deontologia ed etica professionale: rientrano in tale area esperienze e/o proposte di buone pratiche per affrontare dilemmi e casi etici in ogni ambito professionale

CARATTERISTICHE DEI LAVORI: i lavori presentati possono consistere in: studi già conclusi, esperienze dirette, lavori di tesi già implementati, progetti ancora in fase di sperimentazione con risultati preliminari disponibili, condotti anche in équipe multidisciplinari e multiprofessionali purchè all’interno vi sia almeno un infermiere o infermiere pediatrico iscritto a OPI BRESCIA che dovrà essere uno dei delegati a presentare il lavoro nelle sessioni poster. 
IL BANDO PREVEDE DUE EDIZIONI CON DUE SESSIONI DI ESPOSIZIONE.
Prima edizione, dal 15 marzo al 31 maggio 2019. Con esposizione fine ottobre 2019 e fine gennaio 2020.
Seconda edizione dal 1 dicembre 2019 al 31 marzo 2020. Con esposizioni fine aprile e fine maggio 2020.
PER PARTECIPARE ALLA SELEZIONE:
Inviare il lavoro completo presentato da un abstract (titolo, autori, introduzione, materiali e metodi, risultati, conclusioni, bibliografia) tramite la sezione in home page  "BANDO POSTER IN AREA INFERMIERISTICA pubblicato sul sito di OPI BRESCIA  entro la data di scadenza della edizione prescelta.
I lavori pervenuti verranno valutati e selezionati dal gruppo POSTER della commissione Formazione e Ricerca che lavora a questo progetto e dal Comitato Tecnico Scientifico di OPI Brescia secondo i seguenti criteri: rigore scientifico/metodologico, innovazione proposta, pertinenza rispetto alle aree proposte, ricadute operative, possibilità di applicabilità/riproducibilità esterna/in altre realtà
In data 1 luglio 2019 verranno comunicati gli esiti della selezione della prima edizione, le date e le sedi delle esposizioni poster. (In provincia di Brescia)
In data 16 marzo 2020 verranno comunicati gli esiti della selezione della seconda edizione, le date e le sedi delle esposizioni poster. (In provincia di Brescia)
I SELEZIONATI DOVRANNO:
• Richiedere tutte le autorizzazioni necessarie all’esposizione dei lavori,
• garantire la disponibilità a presenziare all’esposizione del poster e, per alcuni lavori selezionati, anche a relazionare sul lavoro prodotto in entrambe le sessioni
• produrre a proprio carico un poster secondo le seguenti indicazioni:
- DIMENSIONI 700X1000 mm compresi i bordi esterni,
- AREA STAMPABILE A1: 594X841 mm,
- ORIENTAMENTO verticale,
- BORDI: superiore 106 mm, laterali+inferiore 100mm,
- RISOLUZIONE PER LA STAMPA: 300dpi,
- SUPPORTO cartoncino bianco,
- logo fornito da OPIBRESCIA ed eventuali altri loghi
15 giorni prima dell’inizio delle sessioni,  inviare il file del poster in formato pdf (A3, CM 42X29,7)
all’ indirizzo mail info@opibrescia.it tramite la piattaforma WeTranfer per l'invio di allegati di grandi dimensioni. 

1pos

Sito nuovo Coronavirus - Ministero della Salute


http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

immagine coronavirus

Coronavirus, decalogo istituzioni-Ordini. On line corso formazione ISS

Sul nuovo coronavirus è stato messo a punto un decalogo da Iss e Ministero con Regioni, Ordini professionali e società scientifiche.

Poster e pieghevole

Il poster e il pieghevole con il decalogo sono stati messi a punto, per informare correttamente i cittadini, dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal Ministero della salute ed hanno raccolto l’adesione degli ordini professionali medici e delle principali società scientifiche e associazioni professionali, oltre che della Conferenza Stato Regioni.

Tutte le spiegazioni (corrette) in dieci punti

In dieci punti sono state riunite le principali indicazioni di prevenzione contro il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 e le più frequenti fake news circolanti, puntualmente smentite.
Chiunque desideri scaricare il decalogo, e/o diffonderlo sui social o “fisicamente” sotto forma di poster o pieghevole, può farlo attraverso i siti dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute.

Brusaferro (ISS): “Istituzioni e professionisti garantiscono risposte unitarie”

“L’impegno per prevenire l’epidemia da Sars-Cov-2 passa anche attraverso i comportamenti, che devono essere basati su informazioni corrette. Oggi il virus non circola nel nostro paese, ma seguire le misure raccomandate, a partire dal lavaggio delle mani, ci aiuta a prevenire questa e anche altre patologie infettive – ha commentato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro -. Questo ‘decalogo’ rappresenta anche un bell’esempio di come istituzioni e professionisti garantiscano risposte unitarie ad una possibile minaccia per la nostra salute”.

I promotori dell’iniziativa

All’iniziativa hanno aderito Conferenza Stato Regioni, FNOMCEO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), FNOPI (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), FOFI (Federazione Ordini farmacisti italiani), FNOVI (Federazione Nazionale Ordini. Veterinari Italiani), CARD (Confederazione Associazioni Regionali di Distretto), FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera), SIM (Società Italiana di Microbiologia), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SIMPIOS (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie), SITI (Società Italia di Igiene e Medicina Preventiva), FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia), SIMMG (Società Italiana di Medicina Generale), ANMDO (Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere), AMCLI (Associazione Microbiologi Clinici Italiani), FEDERFARMA (Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani).

Al via corso di formazione on line dell’ISS

Intanto il Servizio Formazione della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sta realizzando un corso online accreditato ECM per rendere i medici, gli infermieri e tutti gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale informati e formati sul nuovo coronavirus Sars-CoV-2, avvalendosi delle attuali evidenze scientifiche.
L’evento formativo, articolato in 3 moduli (28 febbraio, 6 marzo e 13 marzo) per un totale di 16 ore, sarà disponibile a partire dal 28 febbraio sulla piattaforma dedicata alla Formazione A Distanza (FAD) in Salute pubblica dell’ISS.
La piattaforma sarà accessibile 24 ore su 24 nel periodo compreso tra il 28 febbraio e il 10 luglio.
Tra i principali obiettivi del corso:
  • descrivere la natura dell’emergenza sanitaria internazionale e individuare strategie di prevenzione e controllo;
  • identificare gli attori della task force italiana per la gestione dell’emergenza e le fonti ufficiali di informazioni, aggiornamento e coordinamento per le procedure sanitarie connesse alla gestione dell’emergenza;
  • descrivere la definizione di caso di nuovo coronavirus e conoscere i protocolli da attuare nei casi sospetti o accertati;
  • individuare le informazioni utili al personale medico/sanitario per le attività di prevenzione, identificazione e controllo negli ambienti ambulatoriali, ospedalieri e di comunità (nonché disporre di materiale informativo da affiggere in tali ambienti).

Il punto sul coronavirus alle ore 16 del 17 febbraio

Intanto continua l’opera di sorveglianza e monitoraggio della task force.
Situazione casi confermati in Italia:
3 casi confermati. L’ultimo è del 6 febbraio.
L’Istituto Spallanzani (INMI) rende noto un bollettino medico alle ore 12 circa di ogni giorno sulle condizioni di salute dei pazienti ricoverati e sui test dei contatti monitorati.
Situazione casi confermati nel mondo
71.329 casi confermati per il nuovo coronavirus nel mondo dall’inizio dell’epidemia. Di questi, 70.635 casi confermati in Cina (58.182 solo nella provincia di Hubei).
Situazione casi confermati in Europa
47 casi confermati (incluse Russia e Gran Bretagna)
Per ulteriori informazioni:

sabato 22 febbraio 2020

Malattie respiratorie emergenti: il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2)

NUOVO, e ATTUALISSIMO, Corso ECM FAD: costo 20 euro
DESCRIZIONE
E’ più pericoloso il nuovo coronavirus o l’epidemia di notizie non controllate uscite al riguardo? Gli operatori sanitari devono avere fonti attendibili e un quadro generale sul virus, sulla malattia, sulla sua propagazione, sulle misure precauzionali, su quanto è emerso finora in letteratura scientifica, su come comunicare le informazioni e quali risposte dare ai pazienti, smontando le notizie sensazionali e prive di fondamento.
Il corso FAD, primo del suo genere in Italia, affronta la storia dell'epidemia dall’inizio, dai primi casi segnalati, e fornisce informazioni evidence-based di qualità sulle caratteristiche della pandemia, sui possibili scenari futuri, sulla valutazione del rischio, sulla carta d’identità del virus, sulla malattia che causa, su contagio e modalità per evitarlo, sulle misure di sanità pubblica e sull’importanza di una corretta comunicazione/informazione.
Grazie ai link inseriti nei materiali formativi è possibile anche sapere dove trovare aggiornamenti online in tempo reale sulla situazione della pandemia.
APERTO A
infermieri, ostetriche/i, farmacisti, assistenti sanitari, biologi, chimici, dietisti, educatori professionali, fisici, fisioterapisti, igienisti dentali, infermieri pediatrici, logopedisti, ortottisti/assistenti di oftalmologia, podologi, psicologi, tecnici audiometristi, tecnici audioprotesisti, tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, tecnici della riabilitazione psichiatrica, tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, tecnici di neurofisiopatologia, tecnici ortopedici, tecnici sanitari di radiologia medica, tecnici sanitari laboratorio biomedico, terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, terapisti occupazionali, veterinari
CREDITI
5.00
SCADENZA
31-12-2020
PREZZO
20.00 €



venerdì 21 febbraio 2020

Consenso informato e trattamento infermieristico.

Consenso informato: il ruolo dell’Infermiere nella corretta informazione al Paziente. Si tratta di un momento di espressione di consapevolezza e di compartecipazione al progetto di salute.

Il consenso informato rappresenta l’accettazione, espressa dal Paziente, ad un trattamento in maniera libera e diretta, dopo essere stato informato:
  • sulle modalità di esecuzione,
  • i benefici,
  • gli effetti collaterali,
  • i rischi ragionevolmente prevedibili,
  • l’esistenza di valide alternative terapeutiche
E’  quindi un Momento di espressione di consapevolezza e di compartecipazione al progetto di salute, entro cui si inserisce l’atto sanitario”mentre non deve essere vissuto come un mero adempimento burocratico volto alla tutela da sequele giudiziarie, né va inteso come occasione di conflitto fra professionista sanitario e paziente, ma rappresenta un momento fondamentale dell’alleanza terapeutica.
Le Leggi dello Stato che rendono necessaria la forma scritta sono le seguenti:
– DPR 16/06/1977 n. 409 in materia di trapianti di organi;
  • Legge 05/06/1990 n. 135 in materia di AIDS;
  • Decreto Ministeriale 15/01/1991 in materia di terapia con plasma derivati ed emoderivati;
  • Decreto Ministeriale 27/04/1992 in materia di sperimentazione scientifica;
  • Legge 12/08/1993 n. 201 in materia di prelievo ed innesto di cornea;
  • Legge 08/04/1998 n. 94 in materia di uso di medicinali al di fuori delle indicazioni autorizzate;
  • Legge 19/02/2004 n. 40 in materia di procreazione assistita.
La Raccolta del consenso informato avviene in forma scritta anche per le seguenti situazioni particolari:– Prescrizione di farmaci per indicazioni non previste dalla scheda tecnica o non ancora autorizzati al commercio, purché la loro efficacia e tollerabilità sia scientificamente documentata (in pratica ricalca l’obbligo già previsto dalla Legge 94/1998);
– Prescrizione di terapie mediche non convenzionali, che possono essere attuate senza sottrarre il paziente a trattamenti scientificamente consolidati e previa acquisizione del consenso informato scritto quando si tratti di pratiche invasive o con più elevato margine di rischio, oppure quando il paziente ponga pregiudizialmente scelte ideologiche;
– Prestazioni diagnostiche e/o terapeutiche che, a causa delle possibili conseguenze sull’integrità fisica della persona o per il grave rischio che possono comportare per l’incolumità della persona, rendano opportuna una manifestazione documentata della volontà del paziente.
Nella pratica si tratta delle ipotesi di:
  1. Interventi chirurgici;
  2. Procedure ad alta invasività;
  3. Utilizzo di mezzi di contrasto;
  4. Trattamenti con radiazioni ionizzanti;
  5. Trattamenti che incidono sulla capacità di procreare;
  6. Terapie con elevata incidenza di reazioni avverse;
  7. Trattamenti psichiatrici di maggior impegno.
E’ principalmente un atto medico, l’infermiere è coinvolto nel processo di acquisizione del consenso in duplice veste, ovvero come operatore che agisce autonomamente nell’ambito delle proprie competenze professionali, con le stesse forme e modalità previste per il consenso all’atto medico; ma anche come componente dell’équipe che attua le prescrizioni diagnostiche-terapeutiche di carattere medico, e concorre al processo di informazione dell’assistito e di acquisizione del consenso.
Il Nostro Codice Deontologico cita in molti articoli il rispetto della volontà della persona che è affidata alle cure assistenziali, ne esamineremo i principali.
All’ Art. 3 – Rispetto e non discriminazione specifica come “l’Infermiere cura e si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale”.
Ancoranell’Art. 4 – Relazione di cura, delinea che “nell’agire professionale l’Infermiere stabilisce una relazione di cura, utilizzando anche l’ascolto e il dialogo. Si fa garante che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono coinvolgendo, con il consenso dell’interessato, le sue figure di riferimento, nonché le altre figure professionali e istituzionali. Il tempo di relazione è tempo di cura.
L’Art. 17 “…L’Infermiere informa, coinvolge, educa e supporta l’interessato e con il suo libero  consenso, le persone di riferimento, per favorire l’adesione al percorso di cura e per valutare e attivare le risorse disponibili”
L’articolo cardine, su cui si deve basare il nostro operato, rispetto al tema del consenso informato, è l’Art. 15 – Informazioni sullo stato di salute “L’Infermiere si assicura che l’interessato o la persona da lui indicata come riferimento, riceva informazioni sul suo stato di salute precise, complete e tempestive, condivise con l’equipe di cura, nel rispetto delle sue esigenze e con modalità culturalmente appropriate. Non si sostituisce ad altre figure professionali nel fornire informazioni che non siano di propria pertinenza”.
Ma il nostro codice delinea anche qualcosa di ben specifico rispetto all’assistenza infermieristica, infatti all’Art 33 – Documentazione clinica, sancisce che “L’Infermiere è responsabile della redazione accurata della documentazione clinica di competenza, ponendo in risalto l’importanza della sua completezza e veridicità anche ai fini del consenso o diniego, consapevolmente espresso dalla persona assistita al trattamento infermieristico”, ponendo l’accento sul trattamento infermieristico proposto al paziente, che deve risultare visibile nella documentazione e condiviso con il paziente stesso.
Pertanto, in documentazione deve risultare evidente e inconfutabile, l’aver concordato con la persona assistita, il trattamento proposto.
Consenso informato e trattamento infermieristico.

lunedì 10 febbraio 2020

Responsabilità infermiere: ultime sentenze

Responsabilità professionale dell’infermiere

Fermo restando che il fondamento della posizione di garanzia ricoperta dall’infermiere nei confronti del paziente è ravvisabile proprio nella sua autonoma professionalità, quale soggetto che svolge un compito cautelare essenziale nella salvaguardia della salute del paziente, essendo onerato di vigilare sul decorso post-operatorio ai fini di consentire, nel caso, l’intervento del medico, sussiste, in ipotesi di sua accertata condotta omissiva, una sua propria responsabilità professionale distinta da quella del medico, tanto da non esser oggi più considerato “ausiliario del medico” bensì un “professionista sanitario”.
Cassazione penale sez. IV, 21/11/2017, n.5

Affidamento della cura dei pazienti in codice bianco

Il modello di ambulatorio infermieristico “See and Treat”, laddove prevede la validazione postuma del medico sul percorso valutativo e terapeutico delineato dall’infermiere, non comporta una irragionevole alterazione dei rispettivi ambiti di responsabilità. Infatti, tale validazione non limita né esclude la responsabilità diretta dell’infermiere ed è coerente con le funzioni di supervisione rimesse al medico, che le esercita anche tramite collegamento telematico con il servizio ST.
T.A.R. Roma, (Lazio) sez. III, 19/10/2016, n.10411

Responsabilità professionale dell’infermiere del pronto soccorso

Sussiste la responsabilità professionale dell’infermiere del pronto soccorso addetto al triage che risponde di omicidio colposo del paziente deceduto per un ritardato intervento indotto da una sottovalutazione dell’urgenza del caso.
Cassazione penale sez. IV, 01/10/2014, n.11601

Responsabilità dell’infermiere strumentista

È responsabile per danno erariale il personale dipendente, medico e paramedico, di un’azienda sanitaria in caso di dimenticanza di materiale estraneo nel corpo del paziente operato, allorquando risulti evidente la grave colpevolezza del chirurgo e del personale infermieristico, nonché il nesso causale tra la loro condotta e l’evento dannoso, avendo ciascuno concorso, mediante un contributo causale, addizionale e indipendente (ossia non voluto e non concordato), al verificarsi del danno.
(Nella specie, la Corte dei conti si è pronunciata in merito alla dimenticanza di una pinza nell’addome del paziente, configurando la responsabilità concorrente sia del primo e secondo operatore, che dell’infermiere strumentista tenuto alla conta iniziale dei ferri chirurgici ed alla verifica degli stessi al termine dell’intervento).
Corte Conti, (Umbria) sez. reg. giurisd., 11/12/2013, n.138

Responsabilità professionale dell’infermiere

Anche l’infermiere assume una posizione di garanzia nei confronti del paziente, nel senso che rientra tra le competenze (non solo del sanitario, ma anche) dell’infermiere quella di controllare il decorso della convalescenza del paziente ricoverato in reparto, sì da poter porre le condizioni, in caso di dubbio, di un tempestivo intervento del medico.
Anche l’infermiere, quindi, svolge un compito cautelare essenziale nella salvaguardia della salute del paziente, essendo onerato di vigilare sul decorso post operatorio, proprio ai fini di consentire, nel caso, l’intervento del medico, cui poi spetta di adottare i pertinenti provvedimenti per salvaguardare la salute del paziente.
(Da queste premesse, la Corte ha annullato la sentenza di non doversi procedere pronunciata nei confronti dei sanitari e degli infermieri, cui era stato contestato l’avvenuto decesso del paziente per una serie di omissioni che avevano caratterizzato il decorso post operatorio: la Corte ha ritenuto erroneo l’assunto del giudice di merito che aveva, tra l’altro, affermato l’insussistenza dell’obbligo dell’infermiere, nei casi dubbi, di sollecitare l’intervento del medico di turno).
Corte di Cassazione, Sezione 4, Penale, Sentenza, 20/06/2011, n. 24573

Infermiere generico ed infermiere professionale

Al lavoratore che agisca in giudizio per ottenere l’adeguamento della retribuzione al presunto sovramansionamento subito spetta l’onere della prova in ordine al compimento di prestazioni riconducibili ad elementi qualificanti tipici della qualifica superiore, raffrontandoli espressamente con i profili caratterizzanti detta qualifica.
Così, nel caso specifico, relativo al la pretesa di taluni infermieri generici di essere inquadrati, per le mansioni svolte, nella superiore qualifica di infermieri professionali, è risultato non adeguatamente soddisfatto l’onere probatorio posto a loro carico visto che gli stessi si erano limitati a dedurre che, a fronte della mancata presenza di infermieri professionali nel corso del proprio turno i ricorrenti avevano dovuto coprire le relative funzioni, senza, tuttavia, specificare né quali fossero le mansioni “superiori”, o le manovre più qualificanti esperite, né dedurre alcunché sullo svolgimento dei compiti di carattere organizzativo ed amministrativo tipici dell’infermiere professionale.
Nel corso dell’istruttoria, inoltre, era emerso che i compiti effettivamente svolti dai soggetti in parola erano in realtà riconducibili, comunque, alla qualifica loro propria, visto che, eventuali mansioni astrattamente qualificabili come “superiori” venivano svolte senza assunzione della relativa responsabilità alla presenza, in particolare del medico di turno che ne supervisionava l’esecuzione.
In definitiva, quindi, il giudice ha respinto il ricorso ritenendo non raggiunta la prova, in ordine allo svolgimento, prevalente, di mansioni superiori, sia dal punto di vista quantitativo, per il mancato svolgimento di attività di matrice organizzativa, sia quello qualitativo, vista la complessiva assunzione della responsabilità per l’esercizio delle mansioni superiori da parte del medico di turno.
Corte d’Appello, Potenza, Sezione L, Civile, Sentenza, 17/06/2010, n. 441

Somministrazione di un’errata terapia

Sussiste la responsabilità dell’infermiere per aver somministrato al paziente una errata terapia prescritta dal medico in quanto, pur essendo vero che soltanto quest’ultimo è tenuto ad individuare e disporre la terapia da praticare, ciò nondimeno l’infermiere, proprio poiché in possesso di professionalità e competenze specifiche, non può ritenersi mero esecutore materiale della terapia farmacologica prescritta e non può esimersi, ove il caso si presti, dalla opportuna interlocuzione con lo stesso medico al fine di ricevere conferma della correttezza della prescrizione.
Corte di Cassazione, Sezione 3, Civile, Sentenza, 12/04/2016, n. 7106

Controllo del paziente a rischio di caduta dal letto

L’infermiere in servizio presso un ospedale, in nome della posizione di garanzia rivestita e del conseguente obbligo di protezione nei confronti del paziente, a tenuto a intervenire a salvaguardia del rischio di caduta dal letto e, quindi, in caso di paziente che si trovi esposto a tale rischio, per le condizioni di disorientamento, di agitazione o di confusione mentale, è tenuto ad apporre le sponde di protezione al letto, non potendosi giovare neppure del rifiuto opposto dal paziente, superabile richiedendo l’intervento del medico di guardia.
(Da queste premesse, è stato rigettato il ricorso avverso la condanna di un’infermiera per il decesso a seguito di caduta dal letto di un paziente, in una vicenda in cui l’imputata, pur avvedutasi della mancata apposizione delle sponde di protezione e del rischio di caduta dal letto per le peculiari condizioni del paziente, aveva omesso di intervenire per adottare la suddetta misura volta a evitare il verificarsi dell’evento accidentale della caduta, peraltro ampiamente prevedibile).
Corte di Cassazione, Sezione 4, Penale, Sentenza, 17/05/2013, n. 21285

Formazione professionale del personale infermieristico

In tema di responsabilità professionale, è erroneo l’addebito per l’evento lesivo subito dal paziente elevato a carico del primario del reparto che fondi il profilo di colpa sull’inosservanza dell’asserito obbligo  del primario di garantire la formazione professionale del personale infermieristico e di vigilare sulla esaustività di tale formazione. Una tale prospettazione trascura di considerare che l’infermiere ha una autonoma posizione di garanzia nei confronti del paziente, che trova fondamento nella autonoma professionalità dell’infermiere stesso, che va oggi considerato non più ausiliario del medico, ma professionista sanitario.
Corte di Cassazione, Sezione 4, Penale, Sentenza, 21/01/2016, n. 2541

Erronea somministrazione di un composto medicinale da parte dell’infermiere

La preparazione di un composto medicinale da somministrare è certamente un atto medico di competenza del medico chirurgo, il quale può delegarne a persona competente l’esecuzione materiale, ma deve sempre controllare, proprio perché si tratta di atto solo a lui riferibile, la corretta esecuzione dell’operazione.
Ma anche a non voler considerare atto medico la preparazione del composto, non per questo verrebbe meno la responsabilità del medico chirurgo per l’erronea somministrazione da parte dell’infermiere, non potendosi applicare il principio di affidamento (in forza del quale ciascuno risponde delle conseguenze della propria condotta, commissiva od omissiva, e nell’ambito delle proprie conoscenze e specializzazioni, mentre non risponde, invece, dell’eventuale violazione delle regole cautelari da parte di terzi).
Ciò in quanto tale principio non si applica nel caso in cui all’agente sia attribuita una funzione di controllo dell’opera altrui, onde, in questa evenienza, egli risponde secondo le regole ordinarie delle condotte colpose del terzo da lui riconoscibili ed evitabili.
(Ciò che si verifica, con riferimento ai rapporti tra il medico chirurgo e l’infermiere, in quanto la funzione di quest’ultimo, nel corso dell’intervento chirurgico, è di assistenza del personale medico cui vanno riferite le attività svolte).
Corte di Cassazione, Sezione 4, Penale, Sentenza, 16/06/2008, n. 24360
Risultato immagini per responsabilitàinfermiere

Gestione Catetere Vescicale

PROTOCOLLO INSERIMENTO CATETERE VESCICALE A CIRCUITO CHIUSO STERILE

https://www.galliera.it/files/documenti/cio/pdf/P_ICVCC.pdf


Il catetere vescicale e la prevenzione delle infezioni delle vie urinarie

https://www.opivicenza.it/il-catetere-vescicale-e-la-prevenzione-delle-infezioni-delle-vie-urinarie/


Sostituzione catetere vescicale, quando e perché



Gestione del catetere vescicale 


PRODOTTO CATETERE VESCICALE 


Risultato immagini per catetere vescicale

venerdì 7 febbraio 2020

Definizioni di Linee guida, Protocolli, Procedute e PDTA

Linee Guida, protocolli, procedure e PDTA. Questi strumenti sono parte attiva del lavoro che ogni giorno svolgono Infermieri, Infermieri Pediatrici, Medici, Ostetriche, Professionisti Sanitari, Tecnici, Amministrativi e Operatori Socio Sanitari, nonché tutti gli operatori nell’ambito sanitario.

Per Linee Guida (LG) si intendono delle raccomandazioni di carattere generale che individuano le modalità di assistenza più adeguate in base alle condizioni. Sono redatte partendo dagli studi di settore e con il coinvolgimento non solo di operatori ed esperti ma anche degli stessi pazienti. Il loro sviluppo pertanto è multidisciplinare ed evidence-based. Sono un supporto nelle decisioni pratiche e sottendono sempre ad un preciso risultato pur nel loro carattere generale. Infatti non scendono nei particolari per consentirne l’applicazione in vari setting. Generalmente sono redatte da organi internazionali come RNAOJBISNLG italiano. Esempio: Linee guida “Emorragia post partum: come prevenirla, come curarla”. Ecco alcuni punti chiave delle Linee Guida, esse devono:
  • essere multidisciplinari (coinvolgere tutti gli attori del processo, compresi i pazienti)
  • avare rigore metodologico (se disponibili gli studi su cui si basano debbono essere trial clinici, la LG deve assomigliare ad una revisione sistematica)
  • essere chiare e applicabili (accessibili a tutti nelle intenzioni e nell’applicabilità)
  • avere carattere di indipendenza (la non sponsorizzazione garantisce maggiore rigore metodologico)
Quando si parla di Protocolli quando si intende definire l’applicazione a livello territoriale delle linee guida, ovvero si sono schemi predefiniti di comportamenti attuabili nell’esercizio di professioni sanitarie. Sono prescrittive, il loro mancato adempimento porta a rispondere il professionista delle proprie azioni. Sono schemi di sequenze procedurali molto dettagliate. Il loro fine è quello di garantire efficacia, appropriatezza ed efficienza all’interno dei vari setting assistenziali. Esempio: Protocollo sulla gestione del dolore toracico (SIS-118). Si caratterizzano per essere:
  • riproducibili e applicabili
  • flessibili
  • chiare, concise e complete
Per Procedure intendiamo la sequenza dettagliata delle azioni che riguardano una determinata procedura. Di solito si trovano esplicate all’interno dei protocolli e seguono un andamento logico. Nascono dalla necessità di rendere più omogenee le azioni dei professionisti in un determinato setting che si compone di peculiari standard e possibilità. Sono difficilmente trasferibili, ad esempio, da un’azienda sanitaria ad un’altra. Queste sequenze sono generalmente numerate e possono essere riassunte in uno schema. Esempio: posizionamento SNG (sondino naso gastrico)
Si definiscono Piani Diagnostico Terapeutici e Assistenziali (PDTA), i percorsi predeterminati per la cura e l’assistenza di una determinata patologia. Il loro sviluppo e applicabilità sono multidisciplinari.  Nascono dal modello 4Q. Esplicano in maniera logica e dettagliata il percorso di un paziente affetto da una patologia all’interno di un’azienda. Sono sviluppate a partire da evidenze cliniche e solo dopo aver valutato i comportamenti già adottati in azienda. Fanno riferimento diretto a complicanze, tempi di trattamento, interventi da attuare. Sono una formalizzazione di processi già in essere che necessitano di vedersi valorizzati nella loro definizione. Un esempio: PDTA sulla rottura del femore.
Definizioni di Linee guida, Protocolli, Procedute e PDTA.

domenica 2 febbraio 2020

Codice Deontologico Professioni Sanitarie

Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche 2019 

https://www.fnopi.it/archivio_news/attualita/2629/Il%20testo%20definitivo%20Codice%20Deontologico%20degli%20Ordini%20delle%20%20Professioni%20Infermieristiche%202019.pdf

Codice Deontologico Psicologi Italiani

https://www.opl.it/public/files/945-codice-deontologico-finale-neutro.pdf

Codice Deontologico FNOMCeO

https://portale.fnomceo.it/codice-deontologico/

Codice Deontologico Logopedisti

https://fli.it/chi-siamo/codice-deontologico/

Codice Deontologico Fisioterapisti

https://aifi.net/professione/codice-deontologico/

Codice Deontologico Assistenti Sanitari

http://www.asnas.it/index.php/professione/codice-deontologico

Codice Deontologico Tecnici di Radiologia Medica

http://www.tsrm.org/wp-content/uploads/2012/10/codice-deontologico-tsrm.pdf

Codice Deontologico Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico

https://ape.agenas.it/documenti/provider/ANTeL.pdf

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Esecuzione, lettura e interpretazione Elettrocardiogramma

ISTRUZIONE OPERATIVA PER L’ESECUZIONE DELL’ ECG  


Vademecum per la rapida lettura dell’ECG


ECG, la procedura infermieristica


Interpretazione dell’elettrocardiogramma nell’adulto



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sabato 1 febbraio 2020

Il tuo infermiere: intervista all’autore Gioacchino Costa

Un libro scritto da infermieri per infermieri. Un libro scritto pensando a chi è stanco di sopportare turni massacranti, a chi non ne può più della solita routine, di svolgere ogni giorno meccanicamente le stesse azioni, di prodigarsi in attività svilenti come la pulizia degli ambienti o il rifacimento letti. “Il Tuo Infermiere”, di Gioacchino Costa, è un libro che intende aiutare gli infermieri italiani a prendere in mano la propria vita e la propria professione per esercitarla nel modo migliore possibile, a un livello più elevato.

Intervista a Gioacchino Costa

LIBRI D’IMPRESA (LI): Cosa troverà in questo libro il giovane infermiere che si appresta a cominciare la sua vita professionale, o l’infermiere “navigato” che vuole cambiare le cose e ottenere lo stile di vita a cui ambisce?
GIOACCHINO COSTA (GC): In questo libro troverà segreti, consigli pratici e strumenti utili per vivere al meglio la sua professione; scoprirà come vincere i concorsi per un posto pubblico, come scegliere il regime fiscale da adottare, quali sono le caratteristiche che deve assolutamente conoscere del SSN, come dare una svolta al proprio lavoro sfruttando i social network, come interagire positivamente con le altre figure professionali, e molto altro ancora. “Il tuo infermiere” contiene anche il codice deontologico della professioni infermieristiche.
LI: Insomma, è una guida completa sulla professione, un libro che non può assolutamente mancare sulla libreria di ogni infermiere italiano!
GC: Più che altro l’ho pensato come un libro che possa regalare una visione alternativa sulla nostra professione, che possa offrire una nuova prospettiva al lettore, aprendogli la mente e facendolo innamorare di nuovo del suo lavoro.
LI: Pensi che oggi l’amore per l’infermieristica stia scemando? 
GC: Da una parte sì: sono sempre meno gli infermieri in cui si riesce a scorgere ancora la luce dell’amore verso questa splendida professione. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, questa luce è nascosta dietro a una spessa benda intessuta delle tante brutture presenti nel sistema salute. Voglio fornire una visione alternativa di questa nobile e meravigliosa professione nel tentativo di salvarla dagli stereotipi e dagli inganni dei luoghi comuni.
Dall’altra, non è solo l’amore per la professione a mancare, ma anche l’amore per se stessi. Ho deciso di scrivere questo libro proprio perché sono stufo di vedere infermieri che si sottovalutano. Tramite il Metodo I.P.A. (Inner Power Application), voglio aiutare gli infermieri di oggi e di
domani a scovare e applicare la loro potenza interiore per svolgere il loro lavoro in maniera smart, moderna e gratificante. Voglio aiutarli a riconoscere dove sono inseriti, e soprattutto chi sono davvero: solo così otterranno i risultati che cercano, il riconoscimento altrui, la vita che sognano. Voglio che si tolgano la benda dagli occhi e che illuminino il mondo!
LI: Sei l’ideatore del portale e dell’app “Il tuo infermiere”. Di cosa si tratta?
GC: Iltuoinfermiere.it è il portale che sta rivoluzionando il sistema di cure a domicilio in Italia, offrendo assistenza infermieristica di famiglia ai cittadini e opportunità di lavoro agli infermieri. Dopo quasi 20 anni di lavoro come infermiere a domicilio, negli ospedali e nelle cliniche private in Italia e all’estero, ho ideato e creato questa rete sanitaria e assistenziale made in Italy in cui tanti infermieri disoccupati, sfruttati con
contratti ridicoli e per pochi euro all’ora, possano essere, in tutti i sensi, dei “liberi” professionisti.
Il Tuo Infermiere – libro di Gioacchino Costa – Libri d’Impresa
Il tuo Infermiere - libro Gioacchino Costa

Manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide: conseguenze per pazienti e infermieri.

Il Ministero della Salute con la sua recentissima Raccomandazione n.19 per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide vuole focalizzare l’attenzione del personale sanitario proprio sulla spinosa tematica della frantumazione delle composizioni orali
L’obiettivo è quello di fornire indicazioni per la manipolazione nei casi in cui non sia possibile somministrare le compresse integre e quando le attività di allestimento non siano effettuate dalla farmacia.
Tra le forme farmaceutiche disponibili in commercio, la formulazione orale solida (compresse, capsule rigide, pillole) risulta essere la più diffusa nell’ambito della pratica clinica, perché non invasiva, di facile maneggevolezza, semplicità nei metodi di preparazione e di stabilità del prodotto finito. Circa il 64% della popolazione italiana di età superiore ai 65 anni assume una terapia orale e, fra questi, il 40% è a rischio di disfagia a seguito di alterazioni primarie della meccanica della deglutizione correlate all’invecchiamento, oppure secondarie a patologie croniche o ad altre patologie neurologiche.

Quando si effettua la manipolazione?

L’alterazione della forma farmaceutica quale la tritatura delle compresse o l’apertura delle capsule risulta essere la pratica clinica più utilizzata dai professionisti sanitari nella somministrazione della terapia orale in pazienti con difficoltà nella deglutizione, anche quando non raccomandabile e/o siano disponibili forme farmaceutiche orali alternative.
Si evince come la difficoltà nell’assunzione della terapia orale conseguente a disfagia sia spesso un problema sottostimato rispetto alla sua reale diffusione, determinando di conseguenza una realtà in cui è frequente una prescrizione inappropriata della forma farmaceutica rispetto alle difficoltà dei pazienti, una ridotta aderenza al regime terapeutico e conseguente inefficacia, ridotta qualità di vita, aumento dei costi della spesa sanitaria.
Alla luce di tali considerazioni, un metodo a cui i professionisti sanitari possono ricorrere, in caso di difficoltà nella deglutizione e di non disponibilità di forme farmaceutiche alternative orali e non, riguarda l’alterazione della forma farmaceutica attraverso:
  • La triturazione delle compresse
  • La divisione delle compresse
  • L’apertura delle capsule, il cui contenuto spesso viene veicolato attraverso la somministrazione di cibi e/o bevande
La letteratura dimostra come tale fenomeno sia maggiormente diffuso nelle strutture residenziali a lungodegenza, spesso non consapevoli dei rischi correlati e non a conoscenza delle possibili forme alternative disponibili.
Tuttavia, ove non applicabile, l’alterazione farmacologica rappresenta un errore di terapia nonché un atto illecito, spesso non tracciabile, che comporta gravi conseguenze sia all’assistito – a seguito dell’alterazione della bio-disponibilità ed assorbimento, tossicità ed instabilità del farmaco – che al professionista stesso, a seguito della dispersione del farmaco alterato.

Quali rischi si corrono?

La manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide, se non correttamente gestita, può causare:
  • Una potenziale perdita del principio attivo durante la preparazione determinando una riduzione dell’effetto terapeutico;
  • La produzione di sostanze pericolose che possono causare effetti nocivi sul personale infermieristico per inalazione (effetto aerosol);
  • Ostruzione dei presidi, per esempio del sondino naso-gastrico, quando vengono somministrate compresse triturate grossolanamente,
…compromettendo la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari.
Preparazione del farmaco in compresse:
Durante la somministrazione di una forma farmaceutica solida come per esempio le compresse, è buona norma utilizzare solo compresse a rilascio immediato.
Le compresse vanno polverizzate finemente in un mortaio e la polvere va disciolta in almeno 15-30 ml di acqua laddove l’assistito non fosse disfagico ai liquidi. Se il paziente è disfagico l’acqua va somministrata solo se addensata o gelificata.
Se l’assistito è sottoposto a nutrizione enterale è necessario:
  • Interrompere la nutrizione;
  • Lavare la sonda;
  • Somministrare la sospensione con una siringa di volume elevato per evitare un’eccessiva pressione a livello del device;
  • Lavare l’accesso nutrizionale dopo la somministrazione;
  • Effettuare lavaggi tra una somministrazione e l’altra se si somministrano più farmaci.

Non devono essere triturate:

  • Compresse a rilascio modificato: non dovrebbero essere alterate per non danneggiare l’effetto prolungato ed evitare il rilascio dell’intera dose in un breve lasso di tempo;
  • Compresse gastroresistenti: il rivestimento serve per prevenire la Dissoluzione del farmaco nello stomaco e promuoverne l’assorbimento nell’intestino tenue;
  • Compresse sublinguali;
  • Farmaci citotossici: il farmaco potrebbe disperdersi nell’aria se frantumato e l’operatore potrebbe essere esposto all’effetto aereosol (considerare il rischio di esposizione se in gravidanza).
Preparazione del farmaco in capsule
Le capsule di gelatina rigida che contengono il farmaco sotto forma di polvere, possono essere aperte e ci si comporta come per le compresse a rilascio immediato.
Se le capsule sono di gelatina molle, devono essere perforate con un ago, il liquido aspirato e sospeso in acqua con un altro rischio di non aspirare tutto il contenuto ed avere dunque un sottodosaggio del farmaco.
Se all’interno delle capsule sono presenti granuli con rivestimento gastroresistente, questi non devono essere triturati. Se possibile, bisognerebbe far deglutire le compresse in un bolo semisolido o in acqua addensata.
Se non sono disponibili formulazioni orodispersibili, nella comune pratica clinica le polveri derivanti da compresse triturate o capsule aperte vengono disciolte in bevande gelificate.
Raccomandazioni
Le linee guida raccomandano di:
  • Non aggiungere farmaci direttamente nella miscela per nutrizione enterale: analogamente alle interazioni farmaco-farmaco, sono presenti interazioni farmaco-nutrienti che, se sottovalutate, possono avere conseguenze molto serie ed avere un impatto negativo sull’outcome del paziente. Non esistono comunque sufficienti dati in letteratura per dare indicazioni di sospensione della nutrizione enterale in ogni caso, per cui l’interruzione va valutata in base al tipo di farmaco e in base alla risposta clinica del paziente.
  • Non somministrare contemporaneamente più farmaci insieme nella stessa siringa per evitare interazioni farmacocinetiche, farmacodinamiche e chimico-fisiche: il primo timore dei pazienti ospedalizzati è infatti di ricevere il trattamento sbagliato o ricevere due o più farmaci che interagiscano tra di loro negativamente.
Le linee guida indicano inoltre l’utilizzo di acqua sterile, in quanto i sali presenti nelle acque di bottiglia potrebbero interagire con il principio attivo da somministrare.
Risultati immagini per compresse tritate

Sanità, Fnopi "Gli infermieri le prime vittime delle aggressioni"

ROMA (ITALPRESS) - Gli infermieri sono i professionisti della Sanità in assoluto più colpiti dagli atti di violenza sugli operatori sanitari...