giovedì 26 dicembre 2019

Natale è tutti i giorni...


CODICE DEONTOLOGICO 2019

Il 21 giungo 2019 è stato presentato ufficialmente il nuovo Codice deontologico degli infermieri alla presenza di umerosissime autorità sanitarie italiane.
Fermo restando il restyling completo del Codice per adeguarlo alla nuova epidemiologia, alle nuove norme e alla crescita professionale vertiginosa degli infermieri negli ultimi dieci anni, i concetti chiave dal punto di vista deontologico che rappresentano il nuovo binario della deontologia ordinistica dei 450mila infermieri presenti in Italia si può articolare in un decalogo:
  • L’infermiere è agente attivo nel contesto sociale a cui appartiene e in cui esercita.
  • Il tempo di relazione (dell’infermiere) è tempo di cura.
  • L’infermiere riconosce che la contenzione non è un atto terapeutico.
  • L’infermiere non si sostituisce da altre figure professionali.
  • L’infermiere ha una posizione di protezione dei confronti del cittadino assistito.
  • L’infermiere presta particolare attenzione alla cura del dolore e al fine vita.
  • L’infermiere ha libertà di coscienza.
  • L’infermiere utilizza mezzi informatici e social media, per comunicare in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto.
  • L’infermiere cura la propria persona e il decoro personale.
  • L’infermiere non svolge attività di natura consulenziale e peritale se non è in effettivo possesso delle specifiche competenze.
E nel Codice, come ha ancora sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini nel suo intervento, ci sono poi passaggi importanti per la professione come l’importanza dell’agire professionale fondato su evidenze, il positivo riferimento alla formazione, il richiamo alla lealtà e collaborazione con gli altri colleghi, l’attivazione dell’infermiere a tutela del paziente nei casi di privazioni, violenze o maltrattamenti; il rispetto della volontà del paziente. :”Condivisione è la parola chiave – ha detto Bonaccini riferendosi al rapporto tra professioni – e un sistema appropriato non lavora ‘per caste’, ma per competenze appropriate”, ha aggiunto garantendo che le Regioni si impegneranno a far crescere, anche con nuove specializzazioni, la professionalità degli infermieri.
E c’è un altro passaggio particolarmente apprezzato dalle Regioni: la distinzione di ruoli e responsabilità tra l’istituzione Ordine e l’amministrazione che ha ricevuto un mandato dalle comunità di governare un territorio e di prendere quindi delle scelte nell’interesse generale. L’uno non può surrogare l’altro, entrambi devono interagire e collaborare lealmente per realizzare i fini istituzionali che le Leggi gli hanno assegnato.
“il Codice – ha aggiunto Mangiacavalli – può concorrere all’identità professionale, ma non è l’identità professionale. Quanto meno il Codice non può esaurirla perché l’identità professionale è sia deontologica, che scientifica, che personale. Ha una funzione fondamentale: regola il comportamento professionale che ognuno di noi poi declina sulla particolarità del caso clinico o del contesto organizzativo per offrire la migliore risposta in termini di salute, risposta che non può trovarsi nel codice, ma dentro l’agito consapevole e ragionato di tutti gli iscritti di cui il Codice è a supporto e non il contrario”.
Vai al link: https://www.fnopi.it/wp-content/uploads/2019/10/codice-deontologico-2019-correzione-1-agosto.pdf

                          fnopi | Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche

L'Assemblea Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente il 2020 come Anno dell'Infermiere/a e dell'Ostetrica

Ginevra, Svizzera; 24 maggio 2019 - Il 2020 sarà l'Anno Internazionale dell’infermiera/e e dell’ostetrica/o. E’ stato annunciato oggi alla 72ª Assemblea Mondiale della Sanità a Ginevra. Per la prima volta nella storia, le nazioni del mondo si uniranno per celebrare i benefici che l’assistenza infermieristica e ostetrica apportano alla salute della popolazione globale.
Il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha dichiarato che: “L'OMS è orgogliosa di designare il 2020 come Anno dell’infermiera/e e dell’ostetrica. Queste due professioni sanitarie hanno un valore inestimabile per la salute delle persone di tutto il mondo. Senza infermieri e ostetriche, non si raggiungerebbero gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) o la copertura sanitaria universale (UHC). Mentre l'OMS riconosce il loro quotidiano ruolo cruciale, il 2020 sarà dedicato ad evidenziarel’enorme contributo di infermieri e ostetriche alla Salute e per garantire l’attenzione nell’affrontare le gravi carenza di organico di queste professioni. Desidero ringraziare l'International Council of Nurses (ICN) e la campagna Nursing Now per migliorare lo status e il profilo degli infermieri e sono orgoglioso di contribuire al riconoscimento del loro lavoro”.
La presidente dell’ ICN, Annette Kennedy, ha dichiarato: “Gli oltre 20 milioni di infermieri in tutto il mondo saranno entusiasti di vedere la loro professione riconosciuta in questo modo. Vorrei congratularmi con il Direttore Generale dell'OMS, per la sua lungimiranza e saggezza nel voler evidenziare il contributo degli infermieri all'assistenza sanitaria e di tutti i paesi membri dell’Assemblea Mondiale della Sanità per aver consentito che l’Anno degli Infermieri sia divenuto realtà. Annette KENNEDY ha aggiunto che questa designazione è particolarmente gradita in quanto coincide con il 200° anniversario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice dell'infermieristica moderna. “Florence Nightingale ha usato la sua lampada per illuminare i luoghi in cui lavoravano gli infermieri, e mi auguro che la designazione del 2020 come “Anno Internazionale degli infermieri e delle ostetriche” ci fornirà una nuova visione 20-20 di ciò che l'infermieristica deve essere nell'era moderna e di come gli infermieri possono illuminare la strada per la Copertura sanitaria universale e per gli obiettivi di Salute per tutti.
Lord Nigel CRISP, co-chair della campagna Nursing Now, ha dichiarato: “L'OMS chi ha fornito un'opportunità unica: sia per i paesi dimostrare quanto apprezzano i loro infermieri e le ostetriche e per mostrare quello che più infermieri e ostetriche possono ottenere per migliorare la salute  se supportati al meglio.Investire in infermieristica e ostetricia darà un enorme contributo  un alto valore anche in termini di costo-efficacia e di potenziamento verso gli obiettivi della copertura sanitaria universale. Questa è un'opportunità unica per la generazione in cui spetta ai governi dimostrare agli infermieri e alle ostetriche quanto siano valutati, non con parole vuote, ma con un'azione efficace e decisiva dando tutte le  risorse necessarie per portare a termine al meglio il lavoro”.
La CNAI, l’unica associazione Italiana componente dell’ICN dal 1949 e leading association del Gruppo “Nursing Now Italy, ritiene con il Presidente DE CARO che la designazione del 2020 porterà, grazie all’impegno condiviso a livello globale, grandi vantaggi per il miglioramento della formazione del  personale infermieristico ed ostetrico, per ridurre le carenze di personale ed avere organici adeguati. E’ giunto il momento di cogliere l’opportunità di sviluppare al meglio la professione in Italia con la piena valorizzazione, anche economica, della professione, l'introduzione nel sistema salute italiano delle competenze infermieristiche avanzate e con il sempre più ampio riconoscimento della funzione infermieristica a tutti i livelli, con gli infermieri protagonisti nello sviluppo delle policy di salute a livello regionale e nazionale.
Nursing Now Italy con CNAI chiede a tutte le Aziende sanitare  di attivare  percorsi di sviluppo e  leadership per giovani per poter contribuire al Nighitingale Challenge gestito da Nursing Now.
L'obiettivo è di poter avere almeno 20.000 giovani infermieri e ostetriche che beneficeranno di questa formazione entro il 2020. Il Nightingale Challenge sarà lanciato ufficialmente al Congresso ICN di Singapore nel giugno 2019.
ABOUT CNAI La Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i è la più longeva associazione scientifico-culturale infermieristica not for profit italiana. La CNAI è l’Associazione Italiana che rappresenta gli infermieri in ambito europeo ed internazionale fin dal 1949, con l’affiliazione a Internazional Council of Nurses (ICN), European Federation of Nurses Association (EFN) e European Forum of Nursing and Midwifery Association (EFNNMA) collegata alla World Health Organization (WHO).
About NURSING NOW ITALY Nursing Now Italy è inserita nel programma globale Nursing Now, iniziativa della Fondazione Burdett Trust for Nursing in collaborazione con l'International Council of Nurses (ICN) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS - WHO).Nursing now si propone di migliorare la percezione degli infermieri, la loro influenza e massimizzare il loro contributo per garantire a tutti e ovunque l'accesso alla salute e all'assistenza sanitaria.La campagna Nursing Now proseguirà fino alla fine del 2020, bicentenario della nascita di Florence Nightingale e anno designato come “Anno degli infermieri e delle ostetriche”.Le iniziative collaborative del gruppo italiano Nursing Now sono guidate dal Presidente della CNAI attraverso la CNAI designata quale “Leading Association” Nursing NOW per l’Italia.

lunedì 16 dicembre 2019

Infermieri: tatuaggi a tema












Marito scrive un messaggio commovente alla moglie infermiera

Quando si pensa ad una professione che dipende da un lavoratore che fa di tutto per gli altri, a saltare subito alla mente sono gli infermieri.
Gli infermieri si prendono cura di noi quando stiamo male, siamo feriti, ricoverati o morenti. Loro ci sono nei momenti peggiori e devono sempre mostrare un’espressione coraggiosa.
Philip Urtz, di Rome, New York, sa benissimo quanto sia difficile essere un infermiere. Sua moglie Jessica è un’infermiera che cura e si occupa di pazienti tutti i giorni della sua vita. Philip la vede quando torna a casa e vede il prezzo che deve pagare per svolgere quella professione e la stanchezza che ha sul viso ogni volta.
Tuttavia, Jessica non è di certo il tipo che si lamenta. Come ha raccontato Philip in una lettera pubblicata su Facebook, il lavoro di sua moglie è il lavoro della sua vita e la sua routine riempirebbe di energia anche le persone più difficili.
Una sera, dopo che Jessica ha finito un turno di 14 ore, è tornata a casa e si è messa a riposare. Per cena si è fatta un panino ed è andata subito a letto per prepararsi ad affrontare una nuova giornata con la stessa passione di sempre.
Mentre sua moglie dormiva, Philip ha deciso di fare qualcosa per onorare il suo impegno. Ha scritto un post su Facebook riguardante Jessica e le sue abitudini giornaliere che ora si sta diffondendo a macchia d’olio.

Il post di Philip

Lei è mia moglie Jessica mentre cena dopo un turno di 14 ore. Quando torna a casa dal lavoro ha tempo per mangiare qualcosa e poi va subito a letto per prepararsi ad un’altra giornata di lavoro,” ha scritto Philip.
Si alza presto per prepararsi alla giornata. Al mattino non le piace essere disturbata e io lo rispetto. Si fa la doccia, si lega i capelli, prende il pranzo, dà a me a al cane un bacio e un abbraccio e poi esce di casa.
Al lavoro si occupa di persone che stanno passando i giorni peggiori della loro vita. Infarti, incidenti d’auto o di moto, cadute, danni cerebrali e tanto altro. Si occupa di padri, madri, fratelli, sorelle, amici e famiglie. Non importa chi siate o cosa vi sia successo, lei si occuperà di voi.
Lavora anche in pausa pranzo e ha raramente un momento per sedersi. Torna a casa dopo 14 ore, si toglie le scarpe e vuole solo sedersi. Non le chiedo della sua giornata perché non le piace parlare di lavoro quando è a casa e va bene così.
Se lei vuole parlare, io l’ascolto. A volte torna a casa felice, altre volte triste, ma non importa come si senta, lei è sempre pronta per il suo prossimo turno.
La amo con tutto il cuore. Mia moglie è la mia eroina. Mia moglie è un’infermiera.”
Sappiamo che la lettera di Philip è una di quelle lettere che hanno il potere di commuovere le persone.
                  

Stai lavorando troppo quando...


domenica 15 dicembre 2019

IL FASCINO DELLA DIVISA

IL FASCINO DELLA DIVISA:
Su questa divisa ci sono il sangue, il sudore, la paura di sbagliare, il coraggio di osare.
Su questa divisa ci sono L’ ultimo tocco di una mano morente, la stretta di una mano che lotta per la vita.
Su questa divisa ci sono gli insulti e L’ aggressività di chi non capisce il suo significato.
Su questa divisa c’è L affetto di chi ne porta di simili e condivide con me innumerevoli ore in prima linea.
Su questa divisa ci sono macchie di cibo mangiato di fretta e in piedi.
Questa divisa certi giorni è come una pesante corazza di ferro altri giorni sembra avere le ali.
Su questa divisa ci sono gioia,dolore,lacrime, speranze e sogni.
Perché la indosso?!
PERCHÉ NON POTREI FARNE A MENO
Autore Davide Di Lascio

Risultati immagini per divisa infermiere

ECG auguri


Auguri a tema!!!


Auguri Colleghi!!!


sabato 14 dicembre 2019

Auguri a Noi!


10 cose che avrei voluto sapere prima di diventare infermiere (autore Dario Tobruk)

Sono almeno 10 le cose che avrei voluto sapere prima di diventare infermiere, quelle due/tre cose che se qualcuno me le avesse spiegate per bene sarei riuscito ad affrontare meglio.

Per questo motivo voglio condividere con voi quello che avrei voluto sapere prima di iniziare il mio percorso. Nessuno, almeno, potrà accusarmi di non averlo fatto!

1) Inizi a studiare veramente solo dopo la laurea

E tu pensavi che una volta laureato in infermieristica avresti potuto smettere di studiare e lacrimare sangue davanti ai libri? Beh, mi dispiace ma la verità è che, fuori dall’università, in realtà, inizi a studiare più di prima.
Studierai per superare i concorsi, per aggiornarti, per conoscere la branca di medicina dove lavori. Ed anche se solo per pochi mesi dovrai giocoforza conoscere a menadito le principali patologie che ti troverai ad affrontare.
Vorrai superare un concorso da infermiere ma quando ti ritroverai a competere con migliaia di tuoi colleghi, per poche decine di posti, vorrai essere il migliore.
Purtroppo per essere sufficientemente preparato per un concorso da infermiere dovrai studiare più degli altri e fidati, la concorrenza è alta.
Vinci un concorso? Bene! Ora dovrai studiare ancora più di prima, perché in qualunque reparto dovrai prestare servizio, tutti si aspetteranno da te la maggiore agiatezza nel minor tempo possibile. Come fare allora? Come hanno fatto tutti: continuando a studiare.
Poi un giorno avrai abbastanza conoscenza ed esperienza per poter abbassare la guardia un attimino e goderti la tua benemerita ignoranza.
Sarà allora e solo allora che da qualche parte del tuo cervello, ormai fuso e masochista, come una piantina tra le fughe del marciapiede, nascerà l’idea dell’anno: mi iscrivo ad un master!
2) Per l’infermiere il lavoro non è sicuro 
Non si conosce il motivo per il quale un’informazione errata impiega 10 anni prima di essere smentita tra la popolazione: non parliamo dei vaccini ma della bufala secondo cui l’infermiere ha il lavoro assicurato! 
Due – barra – tre anni in cui grazie ad una congiunzione astrale tra galassie migliaia di infermieri sono riusciti ad incastrare il momento in cui lasciavano l’università con quello in cui vincevano un concorso a tempo indeterminato.
Questo breve lasso di tempo ha creato un’isteria di massa secondo cui automaticamente il giovane infermiere era un privilegiato all’interno del mercato del lavoro.
Abbastanza falso ai giorni nostri. La verità è che, anche se fortunatamente qualcosa si stia muovendo e le assunzioni non sono un sogno impossibile, sono necessari anni di preparazione e decine di tentati concorsi prima di poterne vincere uno. Sempre che si sia disposti a spostarti di regione, a volte anche di nazione.

3) Fare i turni è usurante

Durante l’università, più o meno, lo avevamo intuito tutti. Qualche notte, durante il tirocinio l’abbiamo anche affrontata questa sensazione di post-sbornia. Fare i turni è usurante!
Qualche mattina, noi giovani di belle speranze, incrociando i colleghi più anziani che avevano appena affrontato il turno di notte, notavamo volteggiare queste figure smorte e grigie come fazzoletti in preda ad un tornado. 
Quando finalmente si trascinavano fino alla macchinetta per timbrare il badge e tornare a casa, decidemmo di tirare dritto verso il reparto e pensarci un’altra volta: sottostimando le conseguenze di scegliere di fare un lavoro a turni.
E quando fra qualche anno ti ritroverai ad essere il collega anziano, ti renderai conto di quanto sia usurante fare turni notturni per 40 anni e ti chiederai per quale motivo il tuo stipendio non riflette il danno cerebrale che ti stai procurando.

4) “Non posso, devo lavorare!” ovvero il motivo per cui non hai vita sociale.

Che figo, il centro commerciale è sempre vuoto! 
Quando tu sei libero gli altri lavorano e questo ti permette di passeggiare liberamente durante le tue commissioni: alla posta la fila è occupata da pochi pensionati e qualche casalinga. Sei il padrone del mondo.
Poi quel vuoto si allarga e ti rendi conto che, anche tu lavori quando gli altri sono liberi e che la differenza tra te, i tuoi amici e i tuoi parenti è che gli altri lavorano e sono liberi quando tutto il resto del mondo civile lavora ed è libero: Natale, Capodanno, feste comandate.
Quindi come un riflesso pavloviano sarai costretto a ripetere costantemente ai tuoi cari e alle persone che fino a qual momento facevano piacevolmente parte delle tue giornate:
Purtroppo il numero delle volte che puoi usare il cosiddetto bonus prima che le chiamate cessino di arrivare è inversamente proporzionale a quanto stretto sia il legame con quella persona: poco male se l’amico dell’amico non ti chiama più per la partitella a calcio ma se anche tua madre inizia a smettere di invitarti a cena…

5) Può capitare di lavorare in ambienti orribili

Dal direttore di struttura (?) di una RSA che con un diplomino si credeva in grado di valutare l’assistenza infermieristica fino al presidente di cooperativa completamente assente quando c’era bisogno di lui; nella mia vita professionale ho visto di tutto e di più.
Ci vuole tanto pelo sullo stomaco. Non dirò altro.

6) Un piccolo errore comporta enormi conseguenze

Essere multitasking per un infermiere è un eufemismo.
Quando devi somministrare terapia ad una dozzina di pazienti (se ti va bene) mentre tutti, medici, colleghi, oss, pazienti e parenti avranno contemporaneamente bisogno di qualcosa da te e solo da te e solo in quel preciso istante che non può essere assolutamente rimandato ad altro momento, il rischio di fare errori nel somministrare terapia è altissimo.
E nessuno ti farà sconti se sbagli, nessun giudice, nessun superiore accoglierà le tue attenuanti se nel momento in cui hai scelto un farmaco qualcuno ti ha distratto strozzandosi con un bolo di cibo o vomitandosi il pranzo addosso.
Dovrai nel caso e per il bene del paziente, segnalare immediatamente l’errore al medico, affrontare e compensare le conseguenze. Ripercussioni che possono essere molto gravi, arrivando a provocare anche la morte del paziente. Non voglio spaventarvi, ma aprirvi gli occhi. Siate pronti a questa responsabilità.

7) Ci vuole molta pazienza

Dietro ad ogni divisa c’è una persona, e ogni persona è un mondo a sé.
Possiamo combattere il servilismo reiterato che ha portato gli infermieri alla sudditanza professionale nei confronti dei medici, ma mica dobbiamo contrastare tutto e tutti a prescindere.
Imparare a collaborare e comunicare con medici e colleghi e farlo da pari, professionisti con diverse competenze, è una competenza preziosa e che si allena con il tempo e l’esperienza. Non la insegnano all’università.
Per non parlare del rapporto con il paziente (anche senza dati alla mano), non abbiamo idea di quanto una comunicazione efficace con l’assistito e i suoi parenti aumenti la collaborazione e migliori la gestione del paziente.
E non parliamo di ascolto attivo e di idilliaci interventi di counselling ma di porsi costantemente con un atteggiamento gentile e distaccato anche quando sei stressato dalla mole di lavoro, di responsabilità, dal collega burbero che ti accusa di ogni inezia, dal medico che pretende più attenzione di quanto tu possa dargliene, dalle insistenti richieste del paziente nella camera 1 che prima vuole il cuscino dritto e poi lo vuole storto
Non è semplice pazienza, è meditazione.
È raggiungere un livello di illuminazione zen tale che, anche il più imperturbabile monaco buddista (che levati proprio!) si chieda come diavolo fai a non urlare e distruggere tutto invece di rimanere impassibile nel tuo sorriso ed ascoltare l’ennesima lamentela del parente.

8) Il 50% del tuo lavoro è burocrazia

Quello che non scrivi e come se non fosse mai successo.
Quindi quello che fai lo devi documentare. 15 minuti per inserire un catetere vescicale e cinque per documentarlo. 5 minuti per fare un certo numero di domande e una buona valutazione e 10 per compilare ed aggiornare scale di Conley, Braden e Barthel.
Compilare accuratamente il diario infermieristico per cristallizzare il progresso assistenziale del paziente.
Ancora oggi non sono riuscito a capire se passo più tempo a scrivere o a assistere effettivamente i pazienti.

9) Ho visto cose che vuoi umani non potete neanche immaginare

Ho visto cose che vuoi umani non potete neanche immaginare“(cit.). Ma anche gli infermieri non scherzano mica.
Alle volte esilaranti, alle volte strazianti e orribili. Certe volte assisti ad eventi che non sai esattamente dove e come circoscrivere: se tra gli eventi meravigliosi della vita o tra quelli peggiori a cui potresti assistere come uomo.
La sofferenza fisica, la morte, il dolore di chi sopravvive al defunto, sono il nostro pane quotidiano. Ed anche se lo affrontiamo ogni giorno con apparente serenità, ogni volta che ci scontriamo con la caducità della vita e la sua precarietà, una parte di noi soffre la consapevolezza di essere sostanzialmente fatti di carne.
E per questo continuiamo a scherzarci su, perché non potremmo affrontare tutto con la serietà che le situazioni meritano.
Non ci biasimate, ma siamo fatti di carne anche noi.

10) Lo stipendio non paga

Se da disoccupato avere uno stipendio è un sogno ad occhi aperti, quando lavori capisci che alla fine vieni pagato quanto un impiegato la cui massima responsabilità è non sprecare carta (che poi l’ambiente soffre) e a ragione un po’ ti girano.
Alla fine continui a farlo per altri motivi. Motivi che non ti sono nemmeno del tutto chiari.
Forse perché non è facile tornare indietro: quando hai affrontato la morte, riso di gusto e vissuto il tutto con colleghi e medici, salvato qualche vita di tanto in tanto, forse non ti basterà più risparmiare la carta come fanno alcuni impiegati…non lo fai per i soldi, continui perché c’è poco altro di più significativo del lavoro dell’infermiere.
Ma anche se avessi voluto sapere certe cose prima di diventare un infermiere, non mi pento mai di essere diventato la persona che sono oggi, e non solo grazie a, ma nonostante tutto questo. Alla fine ne siamo tutti segretamente orgogliosi!
E poi che ne sanno gli impiegati dietro le scrivanie…

Addobbi Natalizi fai da te in ospedale















Sanità, Fnopi "Gli infermieri le prime vittime delle aggressioni"

ROMA (ITALPRESS) - Gli infermieri sono i professionisti della Sanità in assoluto più colpiti dagli atti di violenza sugli operatori sanitari...